Anno Mille | il Gregorianesimo Riformatore, verso la Lotta per le Investiture

Enrico III e Papa Leone IX – Enrico III aveva ventidue anni quando salì al trono imperiale del Sacro Romano Impero, succedendo a Corrado il Salico (colui che nel 1037 aveva emanato la Contistutio de Feudis estendendo l’ereditarietà, che, con il Capitolare di

enrico iii
Enrico III

Querzy del 877 di Carlo il Calvo era stata estesa ai feudatari maggiori, anche ai feudatari minori.)  Tanto quanto il padre Corrado era irruente e brutale, così Enrico poneva una profonda attenzione al problema religioso e all’ansia riformatrice che animava il suo secolo. Quando nel 1046, sette anni dopo la sua incoronazione, scese a Roma, rivendicò i diritti ottoniani del Privilegium Othonis che stabilivano il diritto all’imperatore di intervenire nell’elezione papale e scelse così papa Clemente II che, a sua volta, lo consacrò imperatore. Queste le parole che Enrico rivolse ai vescovi dell’Impero: “Tutta la gerarchia ecclesiastica, dal sommo pontefice al sagrestano, è travolta per la punizione delle sue colpe, […] Andate, e ciò che avete ricevuto in modo illecito [ovvero con la Simonia] cercate di distribuirlo bene e pregate pcon la massima devozione per l’anima di mio padre [Corrado II] colpevole del vostro stesso peccato”. Enrico scelse così anche i successivi tre papi dopo la morte di Clemente: liberatosi dal dominio dell’aristocrazia romana, il Papato era ora, però, caduto, sotto la tutela dell’imperatore, poco importava ai romani che questi fosse concorde con la Riforma del Clero.

Nel 1049 Enrico III designò Papa suo cugino Brumone, un austero vescovo alsaziano, col nome di Leone IX. Questi, entrato in Vaticano scalzo e vestito d’un saio, per non rimanere vassallo dell’Imperatore, volle che la sua elezione fosse acclamata anche dal popolo romano. Era la prima, simbolica rivendicazione dell’autonomia del papato dall’impero. così, il fronte religioso che reclamava la libertas Ecclesiae della Chiesa libera dall’Impero, si schierò a fianco del nuovo pontefice, assieme ai movimenti pauperistici quali la pataria milanese. Intorno all’azione di Leone IX, fustigatrice di simonia e nicolaismo, sorsero importanti personaggi quali Ildebrando di Soana,  ex monaco cluniacense, suddiacono e legato papale, e Pier Damiani, quest’ultimo già fondatore dell’ordine dei Camaldolesi. Leone IX tuttavia finì i suoi giorni contrastato dai Normanni del mezzogiorno (che lo imprigionarono nel 1053 a Civita) e dai contrasti con Bisanzio che, nel 1054, avrebbero prodotto lo Scisma d’Oriente tra la chiesa cattolica e ortodossa. A Leone IX succedette, per soli tre anni, Vittore II e, negli stessi anni (1056), morì l’imperatore Enrico III.

Stefano IX e Nicolò II durante la scomparsa dell’imperatore, l’aristocrazia di Roma, nel frattempo rimpadronitasi del soglio pontificio, approfittò per eleggere due Papi operanti nella cerchia riformatrice romana, Stefano IX (il quale era il fratello del patrigno dell’allor bambina Matilde di Canossa, infatti era fratello del duca di Lorena, Goffredo il Barbuto, secondo marito di Beatrice di Lorena, la quale, dal primo matrimonio con Bonifacio di Canossa aveva avuto colei che sarebbe stata la celebre contessa Matilde), durante il cui breve pontificato Pier Damiani divenne vescovo -cardinale di Ostia e Ildebrando da Soana acquisiva prestigio e, successivamente, Nicolò II, che nominò Ildebrando arcidiacono della chiesa romana. Ispirato da Ildebrando, Nicolò II, nel 1059, convocò un concilio in Laterano ove si stabilì che l’elezione del Pontefice dovesse essere soggetta solo a un collegio di cardinali e che, all’Imperatore, spettasse solo di formulare un formale (ed eventuale) gradimento. Sia in Germania che in Italia, l’aristocrazia feudale si mostrò assai contrariata ed il Papa non esitò a proteggersi stringendo alleanze con in Normanni del Mezzogiorno e con i Marchesi di Toscana (i Canossa, appunto).

I Normanni e il Papato A Nicolò II successe Alessandro II, la cui elezione fu dettata dai cardinali, ma non approvata dall’aristocrazia tedesca né dall’episcopato lombardo: intervennero allora, su moderato consiglio di Pier Damiani, i Normanni del meridione, per rafforzare e sancire l’elezione del Papa. Incominciava così a prevalere, da parte dell’episcopato romano, da una parte il diniego alla supremazia imperiale, dall’altra parte il sussiego all’aristocrazia papale. Nel frattempo, in Germania, il ventenne Enrico IV, raggiunta la maturità, saliva al trono imperiale. Negli stessi anni saliva al soglio petrino, succedendo ad Alessandro II, colui che sarebbe stato il suo più acerrimo nemico: era costui, con il nome di Gregorio VII, il quasi sessantenne Ildebrando di Soana.

2 pensieri su “Anno Mille | il Gregorianesimo Riformatore, verso la Lotta per le Investiture

  1. Buongiorno, devo stampare tutti i documenti che mi ha inviato? Bianco e nero o colori? Cartoleria Il Segnalibro di Mari Elisa

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    1. Salve, mi scusi ma non so di cosa parla. Io non Le ho inviato niente, sono l’autrice dell’articolo. Presumo che qualche mio lettore gliel’abbia inviato per stamparlo (?) Se sì, non sono io. Un saluto, Chantal Fantuzzi

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